Network medici psichiatri e nutrizionisti dedicato ai disturbi alimentari, Anoressia, Bulimia, Binging (abbuffate)

Dedicato ai disturbi alimentari, anoressia, bulimia, binging.


Abbiamo deciso di mettere a disposizione di chi ha disturbi alimentari-anoressia, bulimia perdita di controllo sul cibo (binging) -la nostra esperienza in un lavoro in equipe, con competenze e prospettive diverse, per valutare e trattare sia gli aspetti psicologici e psichiatrici, sia gli aspetti dietetico-nutrizionali ed internistici di questi problemi.  


Elisabetta Spinelli

Medico, psichiatra, psicanalista

Marcello Marcelli

Medico, nutrizionista clinico

Nelle nostre discipline veniamo da una lunga carriera di lavoro in sanità pubblica a Roma, con una rilevante casistica trattata e sappiamo che un approccio multidisciplinare con una visione comune del paziente è un grande vantaggio terapeutico.

Vorremmo creare un luogo specifico per le persone sofferenti di questi malesseri così  particolari e difficili da comunicare: l’anoressia, la bulimia, le abbuffate patologiche.

Un luogo che abbia le caratteristiche del segreto e dell’intimità dove le pazienti possano sentirsi accolte, riconosciute, protette nei loro segreti. Dove possano essere certe di trovare delle persone che condividono la loro stessa sofferenza; dove poter trovare dei terapeuti competenti ma anche dei gruppi di pari a cui sarà più facile affidare rivelazioni così intime, spesso ignote ai familiari più prossimi.


aNORESSIA, BULIMIA, BINGING. - aLCUNI TEMI RILEVANTI

I disturbi dell’alimentazione, (disturbi del comportamento alimentare) rari 20 anni fa , sono una drammatica realtà in incremento, patologie equidistanti a psichiatria e medicina interna, di difficile soluzione sia per lo psichiatra che per l’ internista, e colpiscono prevalentemente un target femminile giovane, fragile. Possono presentare gravi compromissioni organiche, con elevato rischio di mortalità. La popolazione sofferente non è poca: la prevalenza è dello 0,5% per l’anoressia, dell’1-2 % per la bulimia e circa del 3-4% le forme di confine. E’ una punta di iceberg: in giovane età il 5/10% delle donne ha un rapporto insano con il cibo e le proprie forme corporee.

C' è un vivace dibattito nelle diverse aree culturali in campo giuridico, medico, psico-psichiatrico, etico, filosofico su cosa fare, come prevenire, come curare.

I temi più rilevanti, che riassumo in estrema sintesi, sono i seguenti.

1) l' anoressia è considerata non solo ma anche una patologia "culture bound", legata nel mondo occidentale a canoni estetici di magrezza soprattutto nell' ambito della moda. Le cattive maestre fanno il catwalk in passerella, le ragazze imitano. Non aiuta la dilagante ossessività salutistica verso il cibo interpretata anche essa in chiave distorta.

2) Il web consente libero accesso a numerosi siti nazionali ed internazionali "Pro-ANA" (per l' Anoressia) e "Pro-MIA" (per la Bulimia) fortemente apologetici verso comportamenti distorti.

3) la sensibilità verso questi temi è ancora scarsa, i professionisti competenti sono pochi, le discipline coinvolte molte, le idee tante e confuse.

4) da un punto di vista terapeutico in senso di presa in carico globale, quale sia il corretto interplay tra competenze internistiche, nutrizionali, psichiatriche, psicoterapeutiche, psicanalitiche ed il corretto mix tra i diversi tipi di trattamento, . Sappiamo per certo che non esiste il farmaco magico e che l’ approccio multidisciplinare è il più efficace, e sappiamo che esiste una “casa terapeutica” diversa ed appropriata per le diverse gravità di terapia. Trattamenti ambulatoriali, di Day hospital, di ricovero in reparti riabilitativi o ospedalieri hanno indicazion specifiche caso per caso

5) Se si rischia la vita per magrezza estrema o per alterazioni elettrolitiche o per complicanze metaboliche, da un punto di vista strettamente medico/internistico le procedure terapeutiche salvavita sono di per se facili e basiche, alla portata del più modesto ospedale di provincia: nutrizione artificiale e infusioni di elettroliti sono alla portata tecnologica e strumentale di tutti, i problemi spinosi sono altri:
- da un punto di vista medico la gestione specialistica della sindrome da refeeding, la degenza lunga in un reparto internistico che tende ad una degenza media di non più di 7-10 giorni,

-da un punto di vista internistico e psichiatrico la formidabile opposizione-elusione alle procedure di nutrizione artificiale con manipolazione delle linee di infusione ed il pericolo di complicanze settiche da parte di queste sfortunate pazienti.

-da un punto di vista etico, medico-legale e giuridico quanto sia giustificato in pazienti a rischio vita, ricorrere a procedure coercitive di nutrizione, quanto Il loro rifiuto di nutrirsi sia un rifiuto consapevole, quanto siano capaci di intendere e volere.

 VALUTAZIONE INIZIALE e pROGETTO TERAPEUTICO

 si svolge nelle due aree principali:

-Colloquio psicoclinico: ha lo scopo di valutare e chiarire il quadro clinico nel modo più chiaro possibile

-Esame obiettivo generale delle condizioni fisiche del paziente, valutazione antropometrica e nutrizionale da parte del nutrizionista, Anamnesi alimentare, valutazione del rischio clinico.